A 90 anni è morto il regista Luigi Comencini. Nato nel 1916, era considerato il padre della commedia all'italiana insieme a Risi, Monicelli e Scola. Era diventato famoso per il film "Pane, Amore e Fantasia". La famiglia ha comunicato che i funerali avranno luogo sabato alle 14, nella Chiesa Valdese a Roma.
Raffinato intellettuale lombardo era nato a Salò nel giugno 1916; veniva descritto anche come il campione di un cinema popolare che traduceva l'eredità del neorealismo in chiave ironica e addolcita con trionfi quali "Pane amore e fantasia" (1953, con il naturale seguito l'anno dopo) e commedie graffianti come "Tutti a casa" (1960), o l'elegante "La donna della domenica" (1975). La sua biografia artistica però appare ben più complessa: è attraversata da umori ai confini del surreale come in "A cavallo della tigre" (1961) e affreschi di grande intensità civile come "La storia dell'84".
Luigi Comencini era, nel fondo dell'animo, uno scienziato e della passione per la chiarezza intellettuale fece la propria bandiera espressiva. Laureato in architettura, amico di Alberto Lattuada, fece parte con quest'ultimo della rivista "Corrente", fondata nel 1938 da Ernesto Treccani. La sua passione per il cinema risale a quegli anni e il corpo dei suoi scritti come critico si arricchì nell'immediato dopoguerra delle recensioni scritte per "L'avanti" e per il settimanale "Il Tempo". Intanto, aveva collaborato con suo fratello, Lattuada, Mario Ferrari per dar vita alla Cineteca Italiana di Milano, il primo archivio del nostro paese.
Lavoratore instancabile, burbero all'apparenza, curioso come i suoi occhi sempre in movimento dimostravano bene, ha vissuto da patriarca illuminato in una famiglia tutta di donne, favorendone con l'esempio l'inserimento in quel mondo del cinema che non aveva mai mitizzato. Negli ultimi anni della sua carriera ha tenuto a battesimo gli esordi nella regia delle figlie Francesca e Cristina.
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